Elenco delle storie
CANALE DELLA SPELTA
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Periodo StoricoDalla preistoria all’Ottocento
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Argomento storicoVie d’acqua e bonifiche dal 1400 ad oggi
CANALE DELLA SPELTA - Ha origini molto antiche e sembra che la prima struttura venisse alimentata da una presa sull’Enza posta a sud del castello di Montechiarugolo; costeggiava poi l’Enza sotto le rive del colle che scende da Montechiarugolo e arrivava nell’attuale via Resga a valle del convento di S. Felicola. Serviva ad irrigare i terreni dell’area tra via Resga e l'Enza. Un documento del 1320 ci informa che questo canale alimentava già il mulino della Resga e, secondo alcuni, il ritrovamento di fondazioni di un edificio sulla sponda dell’Enza farebbe pensare che questo primo canale alimentasse un piccolo mulino. Successivamente, una sentenza del 1420 assegna al Conte Guido Torelli il diritto di realizzare chiuse nell’Enza e derivarne le acque ad uso irriguo e per l’azionamento dei mulini. La presa sull’Enza, realizzata con diga precaria in tronchi e sassi, sorgeva in corrispondenza della rocca di Guardasone. L’utilizzo era per metà a servizio del parmense ( Spelta ) e l’altra metà delle acque alimentava il lato reggiano con il canale Ducale di Correggio. La spartizione delle acque dell’Enza tra Parma e Reggio sembra derivare dal Medioevo, per accordi tra i Vescovi delle due città. Inizialmente gli accordi gestionali riguardarono, oltre ai Torelli, i Borromeo, signori della rocca di Guardasone e successivamente i non meglio definiti “ uomini di Guardasone” con i quali i Torelli ebbero varie dispute.
Dal disegno del XVII secolo, si notano due distinte prese, una a monte per il canale di Reggio e a valle per la Spelta
La disponibilità dell’acqua era naturalmente strategica e fonte di controversie tra chi si trovava a monte, ovvero Guardasone e Vignale e il feudo dei Torelli che si trovava a valle. Un punto critico era l’attraversamento del torrente Termina, effettuato a mezzo di una nave ( ponte) che in vari periodi veniva ristrutturata, ora in legno, ora in laterizio. A seguito di un' importante ristrutturazione nel secolo XVI venne definito Canale Nuovo. Nel suo percorso alimentava i mulini Musi e Beccarelli nell’area di Traversetolo e il mulino della Resga nel feudo Torelli; successivamente alimentava la Fabbrica delle Polveri, oggi mulino Cerioli. A valle del mulino della Resga il canale si biforca, con un ramo che consente l’uso irriguo nell’area di Martorano e l’altro che, con un passaggio sotterraneo, attraversa l’Enza, per consentire l’irrigazione delle terre oltre il fiume, ovvero Taneto e Praticello, a quei tempi parmensi.
Archivio di Stato: Mappe e disegni Vol. 19 n.° 30
La mappa precedentemente esposta indica il sovrappasso del Termina ( nave) e mostra il torrente Masdone che ancora confluiva nel Termina. Pochi anni dopo il Masdone modificherà il proprio percorso sfociando direttamente nell’Enza e tagliando il canale, rendendo così necessaria la costruzione di un sottopasso. In tempi più recenti si è realizzata la presa in subalveo per filtrazione posta a Cerezzola, a sud di S. Polo nel reggiano.
Ingresso del sottopasso al torrente Masdone e chiusa di derivazione in zona via Ballerino
Del citato documento è interessante la definizione degli utenti. Una parte di essi, proprietari di circa 180 ettari di terreno, erano definiti “decenanti“ poiché, pur avendo contribuito a finanziare la costruzione e soggetti ai costi gestionali di manutenzione, potevano utilizzare le acque senza pagare canone. Un secondo gruppo, con 2.399 ettari di terreno, erano invece utenti “speltanti “ che, oltre ai costi gestionali, dovevano pagare un canone pari a tre mine di spelta per biolca irrigata. Di questi speltanti la parte parmense era minoritaria e riguardava circa 800 ettari. Con ogni probabilità il nome ”Spelta “ derivava dal canone pagato appunto con mine di spelta, cereale comunemente coltivato sino all’Ottocento.
spiga di farro spelta
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Data creazioneGiovedì, 23 Aprile 2020
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Ultima modificaGiovedì, 09 Maggio 2024