Elenco delle storie
DALLA CASA DI RIPOSO DI MONTICELLI TERME
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Periodo StoricoLa Seconda Guerra Mondiale e le memorie
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Argomento storicoLe nostre memorie del 900 da Monticelli
DALLA CASA DI RIPOSO AL PARCO DI MONTICELLI
Quattro chiacchiere di Alessandra e Giorgio (anno 2015), con :
- Guerra Marietta classe 19..
- Enrichetta Costi classe 1914
- Pratini Enrica classe 19..
- Mattioli Maria classe 19..
- Schianchi Anita classe19..
Siamo nella cappella della chiesa della Casa di Riposo e presentiamo l’idea di fare una raccolta di storie di Montechiarugolo. Le ”ragazze” hanno un poco d’imbarazzo con un estraneo e anche la memoria richiede un aiutino, così parlo dei giochi che altri mi hanno raccontato.
Qualcuna si ricorda di un gioco che chiamavano il furlon ? Certo - dice Marietta che faceva la sarta - era un osso di maiale, con una corda che si arrotolava, poi si tirava e l’osso ruotava avanti e indietro. Enrichetta: mi ricordo che lo faceva uno dei bambini di Borrini con un rocchetto.
Qualcuna si ricorda di un gioco chiamato Flipà ? La Flipà era la testimone dello sposo, e il testimone si chiamava al Flipp. Si, ricordo anch’io. Ma del gioco ? No.
Vi ricordate di quali cure si facevano quando non si usavano le medicine? Si usava la carta da zucchero blu che veniva forata e unta con l’olio, poi si metteva sullo stomaco contro la tosse. Qualcuno mi ha detto che si usavano dei decotti di malva, e ricordo che mia nonna diceva “ alg’fà tant cme l’acqua ed melva “ ( non ci fa niente) . Sì, mi ricordo che si usava il decotto per calmare la tosse.
Non siete mai andate da un Medgon ? No, a Monticelli non c’era ! C’era alla Villa, la mamma di Mazzali! Enrichetta : mia zia aveva il malocchio, il suo bambino era sempre pallido, le dicevano di dargli delle uova sbattute, ma lei niente; poi il bambino è morto e anche mia sorella è morta, perché il malocchio colpiva i più piccoli. Ma contro il malocchio non ci si poteva fare niente. Mio fratello, da bambino, una volta ha tagliato la coda al gatto col maras. I genitori lo hanno sgridato e gli hanno detto che a fare quelle cose sarebbe andato all’inferno: lui si era tanto spaventato che gli era venuta la diarrea!
Vi ricordate come si mangiava una volta? Enrichetta : Eravamo poveri, si mangiava pane, latte e burro; la carne non la compravamo neanche la domenica ! Marietta: Noi abitavamo in campagna, avevamo la casa e 7 biolche di terra, tenevamo le galline, i conigli, le anatre e anche il maiale e non abbiamo mai patito la fame! Noi la carne la compravamo solo alla domenica. E per Natale? Per la vigilia alla sera si faceva del pesce, il merluzzo fritto, i pesciolini marinati . I pes putana? Sì, i pes putana, erano buoni! A volte si mangiava l’anguilla, però non fritta, poi la pastasciutta in bianco, le fettuccine e c’era la spongata. C’era anche la torta di marzapane.
Vi ricordate se si sparecchiava dopo la cena della vigilia? No, da noi si lasciava il pane sulla tavola, perché la mamma diceva che così ci sarebbe stato il pane tutto l’anno. Le donne bevevano il vino? Sì, ma poco. Era imbottigliato? No, si teneva nella damigiana. Noi lo tenevamo nella botte e si spillava da lì, però era già mezzovino. Mio marito, con il filtro, faceva il vino dolce: era molto buono! Lui il vino non lo ha quasi mai bevuto, però lo faceva molto bene. Da noi, quando si pigiava, si mettevano cipolle e peperoni dentro alle vinacce, si facevano marinare, poi dopo un mese o più si prendevano e si mettevano a fette nell’insalata. Per la sagra si facevano i cappelletti, col ripieno di carne di pollo, di manzo e di maiale, il formaggio, quello buono, e il brodo con il cappone.
C’era gente che mangiava i gatti? Enrichetta : io li ho cucinati, ma non li ho mai mangiati. E i ricci? Sì, erano buoni, la carne aveva il sapore di quella di maiale. Ma bisognava buttarli nell’acqua bollente perché i sinverseven ( si aprivano); era troppo brutto da fare! E le lumache? C’era gente che ci andava matta, le raccoglievano, poi le purgavano nel romel ( la crusca) e le cucinavano. Io non le mangiavo! Ho sentito che qualcuno mangiava l’erba salina? Si era buona e saporita. Noi raccoglievamo i ciocabec . E le sprelle? Anche quelle, erano buone sia cotte che crude, condite con olio e aceto o col soffritto di grasso. Chi si ricorda delle venditrici di rane? Enrichetta: mi ricordo che quando abitavo dai Cavazzini, veniva una ragazza in bicicletta con le rane già pulite e infilate in un bastoncino, erano buone!
Vi ricordate di persone che venivano a fare dei lavori per le case, come al scraner? Sì, venivano a rivestire le seggiole. Io, da piccola, facevo le scarpe per l’inverno per le mie sorelle. Con i cartocci del granoturco, si facevano delle trecce, poi le trecce si facevano girare intorno e diventavano la suola e la scarpa. C’erano gli spazzacamini, ma, a casa mia, lo faceva mio babbo con uno spazzolone, ci veniva uno sporco dappertutto!
E lo stagnino al magnan? Sì, veniva a stagnare le pentole, le padelle e anche le mestole di rame.
Enrichetta : A casa mia una sera è venuto un uomo con un sacco, ci ha chiesto se lo poteva lasciare in casa, poi è andato via, ma dopo un poco ci siamo accorti che il sacco si muoveva e allora ci abbiamo guardato dentro e … c’era un uomo che subito è scappato! Ho pensato che fosse un ladro! Sì, era proprio un ladro! Un'altra volta mio babbo, che era stato all’osteria, al ritorno di sera, gli è sembrato di vedere un uomo su una pianta contro casa, ha guardato bene e sì, c’era un uomo! Ha gridato ” Vag a tor al maras pò al meta post mì”. L’uomo è subito sceso dalla pianta ed è scappato. Sarà stato un ladro anche lui!
Vi ricordate della canapa? Enrichetta : Mi ricordo che si seminava, poi dopo qualche mese si raccoglieva, si metteva a macerare, poi si facevano dei fasci ( i mannelli), si mettevano appesi su una scala e, un uomo da una parte e uno dall’altra, li battevano per far cadere la corteccia ( la cardatura) e liberare le fibre. Poi si passava su un attrezzo coi chiodi ( Pettine fissato ad un asse) e si liberavano i fili. Poi noi lo filavamo. E poi sui telai si faceva la tela. Nel telaio si usava un filo di cotone ? Solo per i fili in verticale. Io ho allevato anche i bachi da seta, non avevo posto e li dovevo tenere in camera, sotto due arelle. Compravo i bachi piccoli, poi gli davo le foglie di gelso, e loro crescevano, diventavano belli grossi e gialli, poi facevano il bozzolo. Quelli che non facevano il bozzolo marcivano e puzzavano veramente tanto. Una volta ho filato il filo della seta, poi una magliaia di Monticelli mi ha fatto tre maglie per i miei figli.
Com’era il rapporto con gli zingari? Erano ladri. Erano furbi come i diavoli. Un giorno c’erano dei cucchiai e pentole fuori casa da sgurare, sono passati e hanno portato via tutto. Da noi, un giorno che avevamo fatto il bucato e steso i panni sull’erba, sono passati e hanno portato via tutto. I grandi dicevano che portavano via anche i bambini. Come giravano? A piedi. Qualcuno aveva il cavallo. Mio nonno aveva la pistoiese col cavallo, era molto bella!
Vi ricordate di un gioco che chiamavano il guindel? Sì, due bambini si tenevano con le mani incrociate e giravano intorno. Io giocavo al “pé sopet”: si facevano quattro quadrati per terra, poi si veniva bendati, c’era un sasso per terra che si mandava nel quadro avanti, poi, sempre tenendo un piede sollevato, si saltava sul secondo quadrato, poi ancora un calcio sempre con un piede alzato e un altro salto sino al quarto. Era un poco come il gioco che facevamo noi , la settimana: i quadretti erano sette, non ci si bendava, ma si saltava di quadretto in quadretto.
Chi si ricorda del taglio del tortello? Noi lo facevamo nella stalla, era per i bambini. Ma il tortello era ripieno? Sì, era fatto di pasta frolla, e dentro c’era la marmellata o la crema.
Facevate il pane in casa? Sì, noi lo facevamo tutte le settimane, era molto buono. Da noi un giorno cuoceva il pane il padrone, il giorno dopo lo cuocevamo noi. Quando si faceva, se ne teneva un pezzo crudo nella scodella, poi la settimana dopo quello faceva da lievito ( l’alvador).
Come si viaggiava, ad esempio per andare a Parma? Si prendeva la corriera. O si andava con il tram a vapore che veniva da Montecchio e andava al Pilastrello. Mio babbo aveva comprato una bellissima bicicletta sportiva, tutta d’alluminio con i cerchi di legno: è andato fino in Svizzera!
Cosa si usava come detersivi per il bucato? Si faceva l’alsia: si stendeva un telo su un bigoncio, ci si metteva sopra della cenere pulita, senza fuliggine, poi ci si versava sopra dell’acqua bollente, questa colava nel bigoncio ed era l’alsia per lavare. C’era un detto “ at si gram cme l’alsia” significava che eri un poco di buono, anche se l’alsia era utile. Infatti mio padre mi diceva: “ Quando hai finito di usarla ed è fredda, buttala “sull’osmaren”( il rosmarino)”. Per pulire i piatti si usava il romel ( la crusca), che, una volta utilizzato, si dava alle mucche o alle galline. C’era anche un detersivo, ” la lisciva”, che però si usava di rado. Quando si dovevano sgurare ( pulire e lucidare) le pentole, si usava il sale , l’aceto e la paglietta.
A che età si cominciava a lavorare? A dieci o undici anni
Marietta : Quando ero piccola andavo a scuola a Monticelli, c’era sino alla terza. Poi a Basilicagoiano, ci andavo la mattina a piedi, venivo a casa, mangiavo e andavo a piedi a Marano per imparare a fare il sopraggitto, perché volevo diventare una sarta. Poi da grandina ho cominciato ad andare a lavorare a Parma, in una sartoria molto importante, e lì eravamo tutte in regola con i contributi.
Vi ricordate qualche proverbio o detto? Sì, erano tanti, e ci prendevano! Ad esempio quello delle nuore? Si cara la mia nuora duraste come la neve marzolina, e voi cara suocera duraste come la neve di aprile. Quella della civetta? Sì quand a canta la sivetta la ghin tos o la ghjn metà.
Ad esempio mi ricordo che se passa un gatto nero devi cambiare direzione. Oppure non passare mai sotto una scala perché porta male.
Adesso ci sono tanti divorziati? Enrichetta : Sì, una volta si sopportava, perché, anche se i problemi c’erano, dovevano restare nella famiglia, si doveva salvare l’onore. Poi le cose passavano e andava tutto bene.
Quando è arrivata la luce a casa vostra? Dopo la Guerra, prima si usava la lucerna a petrolio in cucina e, per muoversi, la lumà ad olio o le candele.
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Data creazioneMercoledì, 03 Giugno 2020
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Ultima modificaMartedì, 08 Agosto 2023