Elenco delle storie
MEMORIE DI GIORGIO CASALINI DA MONTICELLI TERME
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Periodo StoricoLa Seconda Guerra Mondiale e le memorie
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Argomento storicoLe nostre memorie del 900 da Monticelli
MEMORIE DI GIORGIO CASALINI Classe 1939 - La mia era una famiglia contadina, composta da due fratelli ( mio padre e mio zio) con rispettive mogli, figli e tre sorelle. Tutti insieme lavoravano un podere di 42 biolche. Mio padre aveva frequentato la terza elementare, poi ha sospeso per un anno, quindi è andato a frequentare la quarta a Basilicagoiano. Quando hanno deciso di dividere le attività, a mio padre Giuseppe è toccata una parte del podere Le Basse, di 16 biolche, e altre quattro ad est dell’abitato di Monticelli, quasi di fronte al vecchio campo sportivo. Il fatto di disporre di due appezzamenti lontani comportava la necessità di utilizzare carri su strada per trasportare mezzi e prodotti, per questo il comune rilasciò un apposito permesso di circolazione.
Permesso di circolazione
Io sono nato e ho abitato in una casa che si trovava in via Montepelato Sud, all’altezza dell’attuale numero 64, ove ora sorge il mini market Sigma. Quella casa sino al 1913 è stata la sede della scuola di Monticelli Terme ( anche se a quel tempo la località era chiamata Montepelato) e comprendeva dalla prima alla terza. Per la quarta si doveva andare a Basilicagoiano. Le scuole le ho frequentate nell’attuale sede delle elementari, che a quel tempo era composta di due sole aule, ma i muratori stavano realizzando l’ampliamento per portarle allo stato attuale. Dopo la classe V° ho frequentato per un anno l’avviamento professionale dei Salesiani a Montechiarugolo. Mi piace conservare alcuni documenti di famiglia, ad esempio il “passaporto per l’interno” ( oggi carta d’identità) di mia suocera, che serviva per gli spostamenti in altre città ( in quel caso si trattava di un viaggio a Brescia).
Quando i miei genitori si sono sposati, sono andati in viaggio di nozze a Roma. Il Podestà li aveva dotati di una tessera con la quale potevano viaggiare gratuitamente per 5 giorni sui mezzi pubblici di Roma .
L’allegato è un contratto d’affitto del 1876, relativo al podere Resga, sottoscritto dai fratelli Zilioli di Basilicagoiano. Probabilmente uno di loro era il nonno della succitata Virginia. Di fatto, nel contratto d’affitto si afferma che è un accordo verbale, nel documento sono invece dettagliatamente descritti i cosiddetti capitali vivi, ovvero animali di razza formentina, sia appartenenti al proprietario che all’affittuario e morti come fieno, sementi, ecc. Curiosamente le valutazioni economiche sono effettuate in “Napoleoni d’oro” e si specifica che il Napoleone d’oro vale 20 lire.
L’Ufficio postale di Montechiarugolo probabilmente fu istituito nel 1908. A Monticelli prestava servizio un postino, Guglielmo Casalini, cugino del nonno, che giornalmente si recava in bicicletta a Montechiarugolo a ritirare la posta, per poi distribuirla; nel pomeriggio accudiva un appezzamento di terreno. Morì nel 1925 per un incidente e gli subentrò la moglie, in attesa che il figlio maggiore, Bruno, finisse gli studi e compisse i 21 anni per svolgere il ruolo di postino.
L’Economia era prevalentemente agricola, con allevamento di bestiame da lavoro e da latte. Le coltivazioni erano: prato, frumento, gelsi per l’allevamento del baco da seta e pomodoro per la nascente industria conserviera.
Molte aziende agricole, come quella di mio padre, si componevano di più poderi di piccole dimensioni. Nel 1920 sono comparsi i primi trattori e le trebbiatrici, movimentate da macchine a vapore che funzionavano a legna, ma non avevano una trazione per circolare e quindi il tutto era trainato di podere in podere con buoi o vacche.
Il servizio sanitario nella prima metà del secolo, era svolto da due medici, uno in Basilicagoiano, l’altro in Basilicanova. Le medicine erano reperibili alle farmacie di Basilicagoiano o di Marano. Per abbassare la pressione si usava applicare sul corpo (in genere sul collo) delle sanguisughe. Mio nonno paterno (Eligio) si ammalò di polmonite a 42 anni. Il medico, dott. Prato, venne a visitarlo e disse: “ Se supera i prossimi otto giorni è salvo“. Purtroppo non ci riuscì. Ricordo che il dott. Prato aveva il panciotto, con orologio a catena nel taschino, portava un cappello a larghe tese e viaggiava con un’ automobile che nel ‘44 o ‘45 i tedeschi gli sequestrarono e, dato che non aveva mai usato la bicicletta, dovette andare a piedi.
Sotto il sagrato della chiesa al Monte di Monticelli, se si scava appena 50 cm si trovano ancora le ossa dei morti. All’interno, sul lato sinistro, c’era una specie d’interrato con un ossario. Quando, nel 1944, in parrocchia arrivò Don Bruno , lo fece chiudere.
I primi e pochi giornali, li vendevano a Basilicagoiano, poi cominciò il postino Bruno Casalini. Mio padre leggeva la Stampa, il prete leggeva il Corriere. Nel ‘50 si cominciò a vendere i giornali nel negozio di Prandi.
L’energia elettrica a Monticelli è arrivata nel 1925. La prima gelateria era in piazza, gestita da Gilioli . Dove c’è il negozio della Masini, c’era un’osteria, forse la più vecchia del paese. Poi ci fu la filiale della Banca del Monte e, nel ‘42, venne Prandi da Villa Aiola.
L’Ufficio del Dazio era a Basilicagoiano, lo gestiva un certo Nanetti di origini toscane e dal carattere piuttosto stizzoso. Un pomeriggio d’inverno, con molta neve nelle strade, pensarono bene di fargli uno scherzo: l’informarono che a S. Anna stavano uccidendo due maiali senza denunciarli. Il Nanetti si premurò di raggiungere S. Anna scarpinando nella neve, ma, giunto alla meta, i contadini caddero dalle nuvole e il Nanetti capì che qualcuno stava ridendo alle sue spalle, magari bevendo un bicchiere alla sua salute.
Di mio padre conservo ancora il ricordo della prima comunione.
I Trasporti: sino agli anni Trenta erano garantiti dal tram a vapore che collegava Montecchio con il Pilastrello e questo con Parma. La stazione di Monticelli era in località Chiastra, a metà tra l’attuale Caseificio S. Stefano e la rotonda. Il capostazione locale, Ferdinando Basili gestiva andata e ritorno di un singolo treno al giorno. Era un falegname che lì aveva anche l’abitazione. Sul treno, oltre ai passeggeri, venivano trasportate le merci, come concimi e altro. Durante la ritirata di Caporetto, arrivarono a Monticelli alcuni autocarri militari per il trasporto delle truppe. Avevano le ruote con gomme piene e molte persone guardavano con curiosità e stupore questi mezzi mai visti prima. Negli Anni Trenta e nel primo dopoguerra nel paese si diffusero le motociclette, poi i ciclomotori (mosquito) Garelli, lambrette e vespe. La prima lambretta fu quella del veterinario che abitava a Basilicanova.
Nel 1925 a Monticelli fu il Nen (Ubaldo Dalcò ) che istituì un servizio di taxi prima con una Fiat 500, poi con la 1400.
Nel 1941 mio padre, che aveva fatto il militare nel 1930, venne richiamato alle armi.
In quel periodo mio zio era già stato richiamato, e il richiamo di mio padre avrebbe messo in crisi l’attività agricola del podere. Per i contadini che gestivano un fondo e risultavano indispensabili alla sua conduzione, era possibile ottenere l’esonero, se il federale locale (nel caso il sig. Coperchini) firmava la domanda, confermando che esistevano le condizioni di indispensabilità. In un primo tentativo colse una frase del Federale che diceva ad un sottoposto: “E’ partito suo fratello, adesso tocca a lui”. Per fargli cambiare idea si abbonò per sei mesi alla rivista fascista ” Il piccolo di Parma”. Ottenuta la firma del federale l’ultimo giorno valido, Giuseppe non attese il tram del giorno dopo, ma con la propria bicicletta corse a consegnarlo alla prefettura di Parma e il 30 agosto 1942 ottenne l’esonero.
Il primo dopoguerra - Finita la seconda guerra mondiale, il federale del paese passò rapidamente dal ruolo di comando a quello di fuggiasco. Così capitò al federale di Monticelli Camillo Coperchini che, sentendo bussare violentemente alla porta, capì che era un partigiano e, fortunatamente per lui, mentre quest’ultimo tentava di entrare dalla porta, trovò la via di fuga dalla finestra. Sotto c’erano le ortiche, ma questo era certamente l’ultima delle sue preoccupazioni…! In paese c’era la maestra Erminia Razzini, molto patriottica, cioè fascista convinta. Finita la guerra, i partigiani la tosarono, per cui veniva a scuola con il fazzoletto in testa .
Nel ‘48 la signora Lucia Basetti ved. Micheli acquistò un edificio sul lato destro del viale d’ingresso alle Terme: era il primo edificio costruito dopo la guerra e lo donò alla parrocchia per costruirvi una scuola materna per il paese. Subito dopo la sua costruzione iniziarono le collette per il mantenimento.
Nell’attuale piazza, ove poi sorse il bar Sport, lavorava il fabbro Soncini che aveva un piccolo locale ma preferiva la vicina quercia. Dove sorge la pensione Serenella vi erano delle catapecchie, che poi vennero abbattute.
Il metano – L’incidente del pozzo delle terme successe perché gli operai videro che dal pozzo gorgogliava l’acqua e usciva dell’aria, ma il metano non era conosciuto e soprattutto in natura non ha odore ( dai distributori, viene aromatizzato per riconoscere le perdite). Fu così che, quando l’operaio Achille Landi si accese una sigaretta, scoppiò l’incendio che fece tanti morti e feriti. Prima della guerra l’Agip perforò tre pozzi per cercare il metano, più o meno dall’altro lato della provinciale dove ora si trova il distributore di metano per auto. La quantità di gas del giacimento fu ritenuta insoddisfacente e fu così che si fece avanti Borrini per rilevarne lo sfruttamento. In un primo tempo si prevedeva la distribuzione per il riscaldamento a Monticelli, poi ci furono delle difficoltà e il progetto fu abbandonato a metà; si passò quindi ad un sistema di carica delle bombole destinate agli automezzi.
L’Ambiente. Ancora nel primo dopoguerra, non esisteva inquinamento delle acque e nei fossi erano presenti gamberetti e rane, ma l’arrivo dei concimi li spazzò via. Nel distributore di metano delle Basse nel 1947, alle 4 del mattino, esplose una bombola da 40 litri di gas. Fortunatamente si limitò a squarciare il tetto, senza danni alle persone. Un secondo incidente relativo allo stabilimento di produzione del bromo (sempre di proprietà di Borrini, nell’area delle Basse) avvenne nel 1948, quando da una bombola si verificò una fuoriuscita di cloro alta 2 metri. Dopo qualche tentativo di bloccare la perdita, alcuni operai decisero di buttare la bombola oltre le mura dello stabilimento verso i prati (per evitare rischi alle persone). Qui la bombola riversò il suo contenuto su un campo di frumento bruciandone circa 4 biolche. Il bromo serviva come additivo per la benzina. Dal 1947 non venne più usato.
Ricordo una battuta del signor Erasmo Bertani che incontrò alcuni amici la vigilia 15 agosto. Uno di questi gli disse scherzando: “ Domani per la sagra, veniamo a cena a casa tua, in quattro o in cinque”. Al che il Bertani rispose: “Certo, però tolì su na scrana e col cav pies, che mi ag met la tevla”.
Usi e Costumi
- 5 Gennaio i bambini bendati, tagliano il tortello nella stalla. Alla sera era tradizione di lasciare apparecchiata la tavola, perché passavano i re Magi che dovevano rifocillarsi dal lungo viaggio;
- Il giovedì grasso si cenava con un grosso cotechino e un contorno di verze;
- La prima domenica di maggio si installava il “festival per il ballo” a Pecorile, presso il podere S. Anna.
- 17 gennaio, S. Antonio Abate, protettore degli animali: S. Messa alle 11 e processione con la statua del Santo. La sera precedente se si andava nella stalla, non si doveva né giocare né parlare, perché quella notte gli animali parlavano tra di loro.
- 24 Marzo “la Madonà di Fami da Fagot”: se in quel giorno si andava nell’orto veniva la biscia in casa.
- Durante la settimana che precedeva la Pasqua le rezdore facevano le pulizie di Pasqua, lucidavano le pentole di rame ecc.
- La prima domenica di maggio si andava a messa al mattino e alla processione del pomeriggio presso l’oratorio di S. Matteo.
- 23 Giugno: la sera che precedeva S. Giovanni si mangiavano i tortelli d’erbetta e si prendeva la roseda ed S. Svan ( però l’uso di andare al ristorante è recente); al mattino del 24 si raccoglievano le noci per fare il nocino.
- 16 Luglio Beata Vergine: si installava il “festival per il ballo” a lato della strada delle Basse, sul prato detto “ ed la Madonà”.
- Il 9 Ottobre ricorda S. Donnino. La domenica più vicina a questa data era la sagra, con tirassegno e festival.
- 2 Novembre festa dei morti, si mangiavano castagne lesse e si recitava il S. Rosario.
ALCUNI PREZZI IN LIRE
Prodotto |
1931 |
1946 |
1953 |
1969 |
Latte al litro |
0,275 |
40 |
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Pane al Kg |
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50 |
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Pasta |
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90 |
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Uva al Kg |
0,35 |
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Giornale |
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5 |
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Olio d’oliva al litro |
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400 |
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Vino al litro |
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70 |
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Tram |
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5 |
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Gas in città al mc |
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8 |
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Abbonamento radio |
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3.400 |
Abbonamento televisione |
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12.000 |
Energia elettrica KWh |
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5,5 |
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Gelati |
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5 - 10 -15 |
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Cinema |
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8 - 12 - 25 |
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Caffè espresso |
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30 |
200 |
Francobollo per cartoline |
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20 |
40 |
Francobollo per lettere |
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25 |
50 |
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Data creazioneMartedì, 02 Giugno 2020
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Ultima modificaVenerdì, 24 Maggio 2024