Elenco delle storie
I GUARITORI
Dal testo “Media val d’Enza”
Nella cultura odierna la vigilia di S. Giovanni è una sera dedicata alla consumazione dei tortelli d’erbetta mangiati all’aperto per prendere la rugiada. Nell’antichità (prima del cristianesimo) e sino agli inizi del ‘900 la notte della vigila (sostanzialmente la notte del solstizio d’estate) era ritenuta una notte magica.
I Guaritori locali - Nel nostro dialetto vengono definiti i Medgon, quasi a voler coniugare le parola medico con quella di stregone: sono figure un tempo molto numerose e apprezzate, oggi quasi rare. I loro poteri, che vengono definiti “doni” e l’uso di pietre e monete, li avvicinano al mondo paranormale; l’uso di simboli religiosi e la recitazione di preghiere con invocazioni ai santi li riportano verso la religione; gli unguenti o i preparati a base di piante rimandano all’erboristeria; infine i massaggi e le manipolazioni, che richiamano la fisioterapia, completano l’insieme delle fasi di un intervento o cura.
Una figura particolarmente nota era la signora Panciroli Teresa, vedova Zinani, detta Zinana. Nativa di Villa Cadè, dal 1930 residente nell’azienda di Santa Felicola, poi in paese a Basilicagoiano, era un'amante dei cavalli, passione derivata dall’attività del padre birocciaio, “cassoner o barosser“ a seconda dei dialetti.
La Zinana con il caratteristico fazzoletto dei birocciai
Dall’incontro in giovane età con una zingara nasce la sua cultura di guaritrice che sviluppò dopo la morte di detta zingara. Operava a Basilicagoiano, curando le storte, l’acetone dei bambini, (i verom), risipole e altri malanni; era particolarmente apprezzata per la cura del fuoco di S. Antonio (herpes zoster), per il quale disponeva di una pomata molto efficace.
Dal colloquio con uno di questi guaritori che opera in Tortiano - Il sig. Trombi ci mostra un’agenda piena di appuntamenti. Riportiamo fedelmente: “La mia attività di guaritore mi è stata tramandata da mia madre, che a sua volta l’aveva ricevuta da sua madre, e questo da almeno cinque generazioni. La cultura sul come fare non deriva da manuali, ma da una tradizione orale e viene insegnata dal maestro all’allievo, ma il “dono” di poter guarire si riceve in eredità alla morte o invalidità del maestro. Ogni guaritore ha una sua cultura e capacità che lo diversifica da altri, ma per tutti vigono alcune regole:
- a. La cura deve essere espressamente richiesta dal paziente, che in questo modo dichiara di credere nella sua efficacia e il guaritore non la può proporre di sua iniziativa;
- b. E’ naturalmente gradita l’offerta da parte del curato, ma non esistono tariffe;
- c. Il curatore non può rifiutare una richiesta se gli viene posta con urgenza, anche se in giorni di festa;
- d. Per ogni malattia che cura (preferisce definirli disturbi dell’organismo) esiste uno specifico rituale di segnatura, che può essere eseguito in una sola seduta o tre”.
I rimedi della nonna - In una società che non forniva medicine si era diffusa una rudimentale cultura erboristica, non priva di una sua efficacia, ma ora quasi completamente scomparsa.
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Data creazioneGiovedì, 21 Maggio 2020
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Ultima modificaMartedì, 28 Maggio 2024