LA COLTIVAZIONE DEI POMODORI – Come è noto, il pomodoro arriva in Europa dal Sudamerica nel 1500 e per alcuni anni fu ritenuto inadatto all’alimentazione umana. Il nome italiano deriva dal fatto che le prime qualità producevano frutti di un giallo dorato, mentre il termine parmigiano “tomaca” sembra derivare dalla denominazione azteca ”Xitomate”. La prima coltivazione su scala industriale si sviluppa nella nostra provincia e per merito dell’agronomo Carlo Rognoni (1870 – 1904) che la sperimenta nei propri campi a Panocchia, poi affina le tecniche nel podere sperimentale Stuard, tecniche sostanzialmente immutate da fine Ottocento al 1960. Nel secolo scorso questa coltivazione ha avuto larghissima diffusione. Per decenni si è trattato di un lavoro duro perché sostanzialmente del tutto manuale. Molto spesso l’organizzazione del lavoro era del tutto particolare. Come già descritto nel paragrafo “ la compartecipazione”, l’attività veniva spesso “assegnata a mezzo”.
Lavorare a contatto con le piantine di pomodoro macchia le mani e i vestiti di un verde intenso, difficile da pulire con un normale lavaggio, ma facilmente eliminabile usando come detergente un pomodoro maturo.
Altro aspetto curioso erano i vestiti delle donne che lavoravano: camicie a manica lunga, fazzoletti e cappelli, nonostante il caldo del periodo della raccolta dei pomodori. Questo era dovuto all'esigenza di non sporcarsi troppo e alla preoccupazione delle più giovani di vedersi definite contadine a causa dell' abbronzatura, non ancora di moda all'epoca.
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Questa tipologia di conduzione è proseguita sino alla fine degli anni Sessanta, quando nuove qualità di pomodoro non richiedevano più il sostegno con pali e filo di ferro e la maturazione avveniva in un'unica fase. La nuova coltivazione e la tecnologia più avanzata hanno così permesso una meccanizzazione completa: trapianto delle piantine cresciute in serra, trattamento con antiparassitari, annaffiamento con tubazioni per il "goccia a goccia" e la raccolta. La macchina per la raccolta prevede la presenza di cinque persone: un autista, due selezionatori, un operatore per tenere sotto controllo gli scarichi delle piantine, un trattorista che traina un carro sul quale sono convogliati i pomodori da portare in fabbrica. In un solo giorno si raccoglie il prodotto di circa dieci biolche ( tre ettari). Quando il lavoro era manuale, le giornate di lavoro erano naturalmente molte di più e così pure le persone addette alla raccolta.
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Azione di diserbo |
fase di trapianto delle piantine e contemporanea posa dei tubi di irrigazione |
Macchina di raccolta con affiancato il carro per il trasporto allo stabilimento.