IL SESSANTOTTO, POLITICA E STRAGI – Il 1968 vede la forte mobilitazione studentesca partire da Parigi, raggiungere l’Italia e anche Parma con 21 giorni di occupazione dell’Università. Le proteste studentesche creano profondi segni nelle coscienze, che in positivo portano, ad esempio alla promulgazione dello statuto dei lavoratori nel ’69 e a forme di liberalizzazione nei piani di studio delle varie facoltà. Nel '74 col referendum si approva il divorzio e nell'80 l’aborto. Le teorizzazioni studentesche fanno anche maturare l’idea di poter modificare la società con la rivoluzione. Nascono gruppi terroristici come le Brigate Rosse. In questo quadro, nel 1973 il PCI di Berlinguer cerca una nuova via lanciando il progetto del “compromesso storico”: uscita dall’allineamento con l’Urss, apertura alle socialdemocrazie occidentali. La linea Berlinguer era ben vista da Aldo Moro, a quel tempo presidente della DC. Non è storia ufficiale, ma alla linea del compromesso storico si opposero con la forza da un lato le Brigate Rosse con il sequestro e uccisione di Aldo Moro, dall’altro i movimenti di estrema destra e parti deviate dei servizi segreti con la strategia della tensione: attentato di Piazza Fontana a Milano ( 1969), Piazza della Loggia a Brescia ( 1974), Treno Italicus (1974), stazione di Bologna ( 1980).