Gia dopo l’otto Settembre 1943 con la creazione di un governo del Sud Italia libero, Gli alleati ci posero il problema dell’epurazione dei funzionari fascisti dagli incarichi pubblici. Vennero così emanate leggi e regolamenti di attuazione che per incompetenza di chi le emise, e per ovvi comportamenti ostili da parte di personale formato dal fascismo e oggi dedicato ad auto sospendersi risultarono totalmente inefficaci.
Col 25 Aprile 1945 cade la Repubblica di Salò, ad opera delle scuadre partigiane, due giorni dopo viene catturato e giustiziato Mussolini e un certo numero di gerarchi mentre tentavano di raggiungere la Svizzera. Diversamente da quanto accadde in Germania, ove gli occupanti alleati avevano assunto il governo della nazione, e avviarono i processi di Norimberga contro i criminali nazisti, in Italia i processi contro i gerchi fascisti sono ben poca cosa, e nel 1946 per iniziativa di Palmiro Togliatti, indiscosso capo del PCI, e ministro della giustizia viene concessa l’amnistia alla quasi totalità di reati commessi dai militari della Repubblica di Salò per riappacificare la nazione.
Tutto bene quindi per i fascisti italiani ? Quasi ! O meglio non proprio poiché per alcuni anni da fine ‘45 al ’47 moltissime azioni contro i fascisti furono organizzate da pseudo tribunali partigiani che dopo sommari giudizi passarono gli imputati per le armi, non poche poi furono le vendette di singole persone più o meno legate alla realtà partigiana. In particolare nella vicina terra reggiana, si definì triangolo rosso, un area dove furono uccisi ( o giustiziati a seconda della visione politica ) vari fascisti.
Nel nostro Comune si hanno scarse notizie di fatti di sangue, si parla dell’uccisione di un ex militare tedesco residente ai Dardanelli, certamente qualche fascista pensò bene di eclissarsi per un certo periodo. Dalle memorie di Casalini … “Poco dopo la liberazione, il federale di Monticelli Camillo Coperchini sentendo bussare violentemente alla porta capì che c’era un partigiano di troppo, e fortunatamente per lui, mentre quest’ultimo tentava di entrare dalla porta, trovò la via di fuga dalla finestra, sotto c’erano le ortiche, ma questo era certamente l’ultima delle sue preoccupazioni ”. In paese insegnava la maestra Razzini Erminia, molto patriottica ( fascista ), finita la guerra i partigiani la tosarono, e venne a scuola con il fazzoletto in testa .
Questa doppiezza di giudizi è ben rappresentata dalla vignetta sovraesposta tratta dal giornale satirico di destra Candido del 27 Febbraio1948 ove Guareschi accusa esplicitamente Togliatti delle azioni punitive delle volanti rosse.