LA BATTAGLIA DEL GRANO E POLITICA IMPERIALE

Con la politica coloniale, disapprovata dalla Società delle Nazioni, vennero inflitte sanzioni commerciali all’Italia: da qui la necessità di una soluzione autarchica. L’Italia fascista doveva essere autosufficiente in campo alimentare: furono quindi disposte direttive affinché si incrementassero le produzioni di grano, fissando le percentuali di terreno agricolo da adibire a questo scopo. Nel nostro territorio l’allevamento bovino, che necessitava di prati per il foraggio, le irrinunciabili coltivazioni di pomodori e di barbabietole, non consentirono il raggiungimento del quantitativo di grano fissato dallo Stato. L’impegno per raggiungere questo obiettivo non si limitava a proporre o imporre quote, ma si realizzarono campagne pubblicitarie con manifesti e premi. Anche le copertine dei quaderni scolastici riportavano messaggi a favore di questa campagna. 

 Dal testo Cucina autarchica riportiamo alcuni prezzi di prodotti alimentari e alcuni stipendi rilevati nel 1936:

 In brevissimo tempo però i prezzi salirono in modo vertiginoso: nel 1940 il pane era quasi raddoppiato (2,70 lire) e nel 1941, con i razionamenti, la farina al mercato nero costava 30,00 lire al kg.

LA POLITICA IMPERIALE DELL’ITALIA - Nel 1935 Mussolini informò la nazione che occorreva riscattare l’onore della sconfitta di Adua (nel museo etiope di Addis Abeba, nel 2016 campeggiava un cartello con la scritta: 120° anniversario della vittoria di Adua sugli Italiani). In ottobre le truppe italiane invasero l’Etiopia, ove i nostri militari utilizzarono i bombardamenti a base di gas asfissianti. Furono anche rafforzati i contingenti in Libia. L’anno successivo, conquistata l’Etiopia, il re venne nominato imperatore. Sempre nel 1936 Mussolini annunciò l’asse “ROBERTO”, ovvero Roma-Berlino-Tokio. Nel 1939 iniziò l’occupazione dell’Albania.

Immagini e testi tratti dalla rivista militare Cirene del 1938

Immagini della partenza da Napoli e arrivo di materiale militare a Bengasi. Sotto note della rivista: