LA MECCANIZZAZIONE NELL’AGRICOLTURA- Non è certamente possibile definire una data dalla quale far risalire la trasformazione dell’agricoltura da lavoro prettamente manuale e animale fino alla meccanizzazione e automatizzazione dei nostri giorni. Infatti abbiamo parlato di trebbiatrici a vapore a fine Ottocento, di un modesto utilizzo dei trattori in tutta la prima metà del Novecento, ma certamente dal dopoguerra in poi la crescita delle attività meccanizzate e la trasformazione delle macchine agricole hanno stravolto le attività agricole.
Sino agli anni Cinquanta del Novecento, i trattori erano pochissimi e quasi tutte le attività agricole erano svolte a forza di braccia; per il traino dei carri e l’aratura si usavano gli animali. Nelle corti più grandi per l’attività di traino e aratura venivano utilizzate coppie di buoi; oggi per vedere una coppia di animali trainare un qualsiasi mezzo occorre ricercare qualche fiera.
In una fase successiva nascono macchine operatrici come le motofalci. I trattori hanno aumentato notevolmente la loro potenza e sono stati dotati di prese di forza e sistemi di sollevamento. Questo ha generato un' evoluzione dei macchinari che, ad esempio nel campo della falciatura, hanno visto lo sviluppo di moderni sistemi di taglio con lame rotanti o altri con rulli. Per il grano si è passati dalla falce manuale alla mietilega, poi dalle trebbiatrici che lavoravano i covoni nei cortili alle attuali mietitrebbie che realizzano contemporaneamente le due fasi di mietitura e trebbiatura, scaricando direttamente il grano sugli autocarri.