Elenco delle storie
1848 - I MOTI E LA PRIMA GUERRA D'INDIPENDENZA
LA REPUBBLICA ROMANA ( 1848- 1849) - Nel 1848 tutta l’Italia era in fermento. Anche nello Stato Pontificio, ove da poco regnava Papa Pio IX, le idee liberali erano ben radicate e lo stesso Papa sembrava condividerle. Aveva infatti inviato delle truppe allo stato piemontese che da più parti veniva sollecitato a operare per la costituzione di uno stato italiano. Ma con la dichiarazione di guerra di Carlo Alberto all’Austria il Papa ordinò il ritiro delle proprie truppe dal Piemonte, non potendo accettare di combattere contro un altro stato cattolico. Le tensioni interne allo stato pontificio aumentarono e il Papa, preoccupato, fuggì da Roma e si rifugiò a Gaeta in territorio borbonico. Roma insorse e, nel 1849, alla presenza di Mazzini, Garibaldi e Mameli, venne fondata la Repubblica Romana. Furono coniate monete senza l’effige del papa, ma con un’aquila e la scritta DIO E POPOLO.
Nel frattempo il Papa, dal suo volontario esilio, sollecitò l'intervento delle nazioni cattoliche, quali Spagna e Francia. La Francia di Napoleone III° colse l’occasione per acquisire prestigio e inviò le sue truppe contro la Repubblica Romana. In un primo momento l’esercito romano condotto da Garibaldi sconfisse un contingente francese, ma l’arrivo di più massicci rinforzi dalla Francia portarono alla sconfitta e quindi alla caduta della repubblica.
LA I° GUERRA D’INDIPENDENZA (1848) – In febbraio scoppiarono disordini a Parigi provocati da gruppi liberali. Poco dopo anche a Vienna, il 13 marzo, i liberali organizzarono una sommossa, che portò alla fuga dalla capitale e alle dimissioni di Metternich. Anche a Milano si organizzò un’insurrezione e il 18 marzo iniziarono le cinque giornate di Milano.
Anche Parma insorse: la città presidiata da truppe austriache, venute l’anno precedente in occasione della morte di Maria Luigia, il 20 di marzo si ribellò agli Austriaci. Gli scontri portarono all’uccisione di 5 insorti e di 20 austriaci.
Territori dei del ducato ai tempi dei Borbone
In questo clima il re del Piemonte, Carlo Alberto, pensava di poter sconfiggere gli Austriaci e Il 24 marzo dichiarò guerra all’Austria: è la Prima Guerra d’Indipendenza. Il duca di Parma fuggì in Austria e il governo di reggenza parmigiano si trasformò in governo provvisorio, votando a larga maggioranza l’annessione al Piemonte. Parlare di plebiscito è piuttosto improprio, in quanto il diritto di voto era legato al censo. Comunque, anche a Montechiarugolo, i 33 votanti, in rappresentanza dei 3600 abitanti, votarono all’unanimità per l’annessione al Piemonte. Con la sconfitta piemontese di Custoza del 25 Luglio, gli Austriaci tornarono a Parma. Nel frattempo, con l'abdicazione di Carlo II°, ritornò a Parma il figlio Ferdinando di Borbone che assunse il titolo di duca col nome di Carlo III°.
Nel 1850, il Duca pensando di trovare copertura alle tensioni dovute alle guerre d’indipendenza, emanò un editto per creare un corpo volontario di riserva. A Montechiarugolo risposero quattro cittadini: Del Re Giuseppe di anni 63, Melegari Pietro di anni 55, Bardiani Giuseppe di anni 25, Franchi Siflo di anni 32. Erano però tutti privi di istruzione e senza esperienze militari. Nel 1852 l’esercito affittò una casa che apparteneva ai Borri e che si trovava in centro a Montechiarugolo, ove presero alloggio una decina di Reali Gendarmi, un vicebrigadiere ed un Brigadiere, questi ultimi con famiglia.
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Sono anni nei quali il potere percepiva minacce ovunque: ne è prova il testo di un' ordinanza del Podestà, che stabiliva gli orari di esercizio delle osterie. Questa misura precauzionale, ufficialmente, avrebbe dovuto dissuadere i cittadini a commettere crimini.
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Data creazioneDomenica, 03 Maggio 2020
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Ultima modificaMercoledì, 01 Maggio 2024