Elenco delle storie
FIENAGIONE
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Periodo StoricoDal Regno d'Italia a fine Ottocento
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Argomento storicoL’agricoltura nella seconda metà dell'800
IL CICLO DELLA FIENAGIONE - Sino a fine Ottocento e per alcuni decenni del Novecento il ciclo della fienagione era totalmente manuale. Iniziava con lo sfalcio, poi l’essicazione, la raccolta col carro, lo scarico nel fienile e il prelievo dal fienile per l’alimentazione delle mucche. Tra uno sfalcio e l’altro si provvedeva all’irrigazione; alla fine del raccolto si procedeva alla creazione di terricciate a base di sterco che veniva sparso sui prati durante l’inverno. Tra le due guerre mondiali si fanno strada le macchine a traino animale come falciatrici, rastrelli e voltafieno; si va poi verso una meccanizzazione e una motorizzazione sempre più perfezionate che sostituiscono in pratica ogni attività manuale, dallo sfalcio al trasporto del fieno nella stalla. Vediamo il dettaglio:
LO SFALCIO – Il mezzo col quale si falciava l’erba era la falce, attrezzo composto da una lama d’acciaio affilatissima, fissata sul gambo in legno con un anello di ferro ( la vera); sul gambo erano fissate due leve: i gambetti
Falce del primo Novecento
FALCE (frena) |
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Pos. |
Elemento |
Materiale |
Dimensione |
1 |
Lama |
acciaio |
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2 |
Anello |
acciaio |
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3 |
Gambo |
legno |
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4 |
Gambetto |
legno |
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COME SI USAVA LA FALCE – La mano sinistra teneva il gambetto più vicino alla lama, la mano destra si poneva sull’altro gambetto. L’operazione di sfalcio avveniva spostando la falce da destra verso sinistra, con la punta della lama che entrava nell’erba alta, la lambiva e la tagliava. Con il riposizionamento della falce verso destra, l’erba tagliata scivolava dalla lama e formava un mucchietto sulla sinistra, che via via si allungava, diventando una "cavalla".
Si iniziava alle prime luci dell’alba e si proseguiva, con brevi pause per bere il mezzo vino, sino alle undici del mattino, poiché un lavoro così pesante non era sostenibile nelle ore più calde. Nei poderi di una certa dimensione, la squadra di falciatori era composta da 3 a 5 persone che si disponevano a circa due metri uno dall’altro; ognuno operava su un ipotetico corridoio di circa un metro e il passaggio della falce andava da destra verso sinistra, per cui l’erba tagliata formava una "cavalla" sul lato sinistro.
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Operai in procinto d’iniziare lo sfalcio mentre stanno dando la pietra | Ordine di avanzamento dei falciatori |
La falce era uno strumento efficace, ma richiedeva una manutenzione costante con il passaggio della pietra affilatrice; dopo alcuni giorni d’utilizzo doveva essere battuta con il martello su un apposito ferro per assottigliare la lama consumata dall’uso.
Preda e "coder" per affilare |
battitura della falce | " Socca" con ferro e martello per battere |
L’ESSICCAZIONE – Per farla essiccare, l’erba doveva essere stesa sul prato con l'uso del tridente e, solo dopo due o tre giorni, quando il sole aveva finito il suo compito, si passava col rastrello ammucchiando quello che ormai era fieno in "cavalle" distanti tra loro alcuni metri, per consentire il passaggio del carro di raccolta. Il rastrello era generalmente affidato alle donne.
TRIDENTE (forchèta) |
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Pos. |
Elemento |
Materiale |
Dimensione |
1 |
Manico |
legno |
Lunghezza |
2 |
Punte |
Acciaio |
Lunghezza |
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RASTRELLO |
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1 |
Manico |
legno |
Lunghezza |
2 |
Corpo |
Legno |
Lunghezza |
3 |
Punte |
Legno |
Lunghezza |
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LA RACCOLTA – A rastrellatura terminata arrivava il carro munito di stanghe per ampliare il pianale. Lo trainava una coppia di mucche o di buoi, spesso guidata da un ragazzino. Un gruppo di lavoranti, armati di tridente, raccoglievano il fieno dalle cavalle e lo ponevano sul pianale del carro, ove una donna o un ragazzo provvedeva a garantire una distribuzione uniforme. A raccolta ultimata, e non prima di una ripulitura con il rastrello, il carro veniva portato sotto il fienile.
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carro per il trasporto dell'erba | Giogo per tenere accoppiate le mucche al timone del carro | Coppia di buoi a traino di un carro |
SCARICO NEL FIENILE - Giunti sotto il fienile si posizionava il carro a ridosso della parete e iniziava lo scarico, utilizzando il tridente. Naturalmente mentre una o più persone spostavano il fieno dal carro verso il fienile, altri provvedevano a distribuirlo nello spazio dovuto. Spesso, per garantirne la conservazione, si provvedeva a spargere del sale sopra il fieno. Dato che il sale era un genere di monopolio decisamente costoso, per fornirlo all’agricoltura a prezzi accettabili si usava aggiungervi una sostanza che lo rendeva rosso e quindi distinguibile da quello da cucina.
IL PRELIEVO DEL FIENO PER IL CONSUMO IN STALLA – Durante l'inverno le mucche erano alimentate con il fieno. Si procedeva quindi a tagliarne dei tranci utilizzando una mazza o una falce verticale. Nelle stalle più grosse il fieno veniva tagliato di misura per alimentare una singola vacca. Il blocco tagliato, fissato con un palo, veniva calato da una botola e prelevato da un vaccaro per essere portato nella mangiatoia.
LA CONCIMAZIONE – La pratica di concimare il terreno con lo sterco delle mucche è relativamente recente. Probabilmente nei secoli scorsi, con gli allevamenti ovini al pascolo e il numero di bovini estremamente limitato, la produzione di letame era scarsa. Forse esistevano anche ragioni culturali. La pratica si è quindi sviluppata nel Novecento, certamente facilitata dalla meccanizzazione e dal forte incremento dell'allevamento bovino, che passa dalle duemila unità dell’Ottocento alle diecimila di oggi.
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Data creazioneSabato, 09 Maggio 2020
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Ultima modificaVenerdì, 24 Maggio 2024