Nel 1917 l’esercito russo aveva subito fortissime sconfitte dagli austro-tedeschi e dall’inizio della guerra il costo della vita era aumentato del 700%. In questo clima nel febbraio del 1917 a San Pietroburgo scoppiano i primi disordini: le operaie delle industrie protestano, ma le truppe si rifiutano di reprimere le manifestazioni. La tensione cresce, lo zar si dimette e si costituisce un governo provvisorio. Si tengono le prime elezioni a suffragio universale: i risultati evidenziano una schiacciante maggioranza dei socialisti rivoluzionari (58%) rispetto ai bolscevichi (25%).
L’attacco al Palazzo d’inverno
Il 12 novembre 1917 i bolscevichi assaltano il Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo. Il governo di unità nazionale viene estromesso e nasce la dittatura del proletariato: segue un periodo di guerra civile (‘18– ‘19) che, nonostante il forte appoggio ai controrivoluzionari da parte delle potenze straniere, si conclude con la vittoria di Lenin. Nel 1921, alla morte di Lenin, gli succede Stalin che si impone come capo assoluto del paese, dopo aver distrutto con il terrore tutta l'opposizione. La vicenda russa, anche se lontana dal nostro paese, avrà comunque una forte influenza sulle masse proletarie italiane e sarà una fonte di preoccupazione per la borghesia e per gli agrari, spianando così la strada al ventennio fascista.