Elenco delle storie
LA TASSAZIONE NEL DUCATO
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Periodo StoricoDa Napoleone al Regno d'Italia
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Argomento storicoIl ritorno del Cucato dal 1815 al 1848
LA TASSAZIONE CON MARIA LUIGIA - Nonostante la Restaurazione del 1814 e parte del 1815, il sistema delle imposte con i suoi funzionari resta immutato, mentre la responsabilità dei vari dicasteri viene generalmente affidata a nobili. Nel marzo del 1815, data la crisi finanziaria del risorto ducato, vengono elevate le tasse del 10%; nel 1817, per finanziare la costruzione di tre ricoveri per indigenti, viene deciso un aumento di 10 centesimi sulle tasse prediali ( terreni ).
E’ interessante notare che le patenti per attività commerciale al minuto potevano essere concesse solo a residenti. Col documento successivo si elencano le esigenze d’utilizzo della carta bollata.
SISTEMA DI RISCOSSIONE – Nel 1816 viene deciso di affidare la riscossione delle imposte ad una società privata (Moradet). Il sistema era definito “Ferma Mista” e il contratto aveva valenza decennale; la società si impegnava a versare un milione di lire come onere d’entrata e doveva fornire al ducato un canone annuo di 2 milioni e il 50% delle rimanenti entrate. Allo scadere del contratto con la Moradet, il nuovo appalto fu pilotato verso il barone Testa, già coinvolto in varie opere, appoggiato dal segretario Werklein, che continuò a favorire il Testa in cambio di tangenti; il sistema s’interruppe solo dopo i moti del 1831, quando fu cacciato.
IL FINANZIAMENTO DEI COMUNI – Nel 1821 i Comuni si trovarono di fatto nell’impossibilità di gestire le loro spese, perché erano quasi privi d’entrate, in quanto potevano contare solo sulle rendite dei beni propri e sui centesimi delle imposte dirette. Nel 1822, su proposta di Cornacchia, si decise di assegnare ai Comuni il 50 % delle entrate dai dazi sui consumi, con una ripartizione che aiutasse i comuni più poveri; il restante 50% sarebbe comunque andato al ducato.
LA PROPOSTA DI UN TRATTATO DI LIBERO SCAMBIO – Nel 1824 i raccolti furono abbondanti: ne derivò un calo dei prezzi dei prodotti agricoli e la difficoltà dei proprietari terrieri e fittavoli di pagare le tasse. A creare difficoltà allo smercio di generi alimentari verso la vicina Lombardia o altri stati erano i dazi doganali che ogni stato poneva all’importazione delle merci. Per questo, e decisamente in anticipo sui tempi, il Cornacchia propose al conte Neipperg di istituire un'area di libero scambio -”Certamente se un trattato di commercio, quale si conviene a’ paesi agricoli, si potesse stipulare per tutte le potenze d’Italia, onde ottenere che la circolazione delle derrate fosse libera, s’avrebbe l’inestimabile bene d’agevolare i mezzi di pagare i tributi, e conseguentemente di giovare alla prosperità pubblica e privata. Il sistema proibitivo ci è di danno grave”. Ovviamente la proposta non ebbe seguito.
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Data creazioneVenerdì, 01 Maggio 2020
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Ultima modificaGiovedì, 05 Ottobre 2023