Nel tardo Ottocento l’Italia comincia a preoccuparsi dell’espansionismo francese e in particolare della sua politica in Nord Africa. La Francia aveva occupato l’Algeria, la Tunisia e sembrava mirare al Marocco: in questo quadro l’Italia temeva che una sua politica coloniale in quell’area l’avrebbe portata ad un conflitto con la Francia. Pertanto nonostante il problema delle terre irredente (Trentino e Trieste), decise che doveva trovare un alleato forte e aderì così alla Triplice alleanza formata da : Impero austriaco, Impero Tedesco e Italia. Questa alleanza sanciva l’obbligo reciproco di intervento in caso di un attacco nemico. D’altra parte la Serbia si alleò con la Russia e nel contempo la Francia si alleò con la Russia. Stranamente però, o con notevole lungimiranza, nel 1910 la Francia comunicò all’Italia l’intenzione di occupare il Marocco e invitò l’Italia a collaborare contro l’impero turco, riservandole la conquista della Libia. Naturalmente l’Italia non perse l’occasione e nel 1911 iniziò con clamore la campagna di Libia. Purtroppo i sogni di gloria a basso costo si mostrarono fasulli: la popolazione libica, anziché accogliere come liberatori gli italiani, li combatté come nuovi invasori, anche perché di religione diversa da quella musulmana. La guerra ebbe quindi un notevole numero di caduti e un elevato costo. Può sembrare strano, ma la componente cattolica della borghesia di Montechiarugolo si impegnò attivamente per sostenere la campagna di Libia, raccogliendo fondi a favore di Tripoli, con l’impegno diretto del parroco di Basilicagoiano.