Elenco delle storie
LE TERME DI MONTICELLI
LE TERME DI MONTICELLI - La nascita delle Terme a Monticelli è dovuta in parte al caso, in parte alla ferma volontà di Italo Borrini che, nel 1924, scavando un pozzo a scopo irriguo, scoprì una vena di acqua salsobromoiodica. Ottenuto il riconoscimento delle qualità terapeutiche delle acque, nel 1926 inaugurò il primo stabilimento termale "Villa della Fonte" con quattro vasche da bagno. Fu un tale successo che si dovette costruire un nuovo stabilimento, il cui stile era ispirato all'art-déco, dotato di camerini da bagno, sala per inalazioni, sala di polverizzazione e camerini per irrigazioni. Le vasche furono trasportate dalla stazione ferroviaria di Parma a Monticelli con un lungo corteo che passò dal centro della città. Per il soggiorno dei "curandi" nel 1929 fu inaugurato l'Albergo Bagni, denominato in seguito Albergo Terme. Nel 1949 fu costruito l'Albergo delle Rose con un reparto termale interno. Nel corso degli anni questo albergo è stato varie volte ampliato e ristrutturato per rendere sempre più confortevole il soggiorno dei numerosi frequentatori.
Il corteo delle vasche per trattamenti termali che transitano da via Repubblica ( Parma) a Monticelli.
La presenza delle Terme portò a modificare il nome della località, sino ad allora definita “Montepelato”, in Monticelli Bagni, come riporta la cartolina del 1930 raffigurante via Marconi. Successivamente, nel 1934, si arrivò al toponimo attuale “Monticelli Terme”.
Immagini pubblicitarie dell’attività e della linea di pullman Reggio E. Monticelli.
Dalla rivista del Touring Club Italiano del 1936 troviamo la seguente recensione:
La tabella riporta il numero di utenti dal 1926 al 1994.
Sala inalazioni negli anni ‘50
Le terme ebbero vari ampliamenti nel corso degli anni e aumentarono via via anche i trattamenti effettuati con le tecniche più avanzate. Nel 1994 venne inaugurata una grande piscina termale provvista di idromassaggio per la rieducazione motoria e le cure per le malattie osteoarticolari. All'inizio del 2000 si aggiunsero altre piscine e varie aree dedicate al benessere, alla bellezza e al relax.
Le acque salsobromoiodiche avevano un elevatissimo contenuto minerale. Il residuo fisso di 139 gr. conteneva:
Elementi |
Sodio |
Cloro |
Iodio |
Bromo |
Altro |
Contenuto gr. |
47,58 |
76,89 |
0,02 |
0,40 |
14,11 |
Le caratteristiche delle acque e l’intraprendenza di Italo Borrini portarono alla creazione di uno stabilimento per la produzione dello iodio, attivo già dal 1930, quattro anni dopo quello di Salsomaggiore, il primo nato in Italia.
La produzione era di circa 30 Kg giorno, con il trattamento di alcune migliaia di litri d’acqua. La grande quantità d’acqua da scaricare e l’elevatissimo contenuto di sale obbligarono alla costruzione di una conduttura interrata di sette chilometri che dallo stabilimento conduceva i reflui nell’Enza, nei pressi di Martorano. A questo proposito, come riportano le memorie di Ferrarini Aldo, nel periodo bellico quest’acqua veniva raccolta e utilizzata dai contadini locali per ricavare il sale da cucina. In effetti il contenuto di cloruro di sodio sul residuo fisso era del 90%. Successivamente, nel 1935, il Borrini ottenne la concessione demaniale per la produzione del bromo: queste due lavorazioni proseguirono sino al dicembre del 1952. Dell’estrazione del metano, ottenuta sempre dai pozzi locali, abbiamo già trattato nel capitolo "Ambiente". Qui riportiamo le foto dello stabilimento di compressione e la foto della prima auto attrezzata per il metano: stranamente la scritta sulla portiera è in inglese e dice “ First Vehicle CNG converted in 1939”.
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Data creazioneGiovedì, 18 Giugno 2020
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Ultima modificaMercoledì, 05 Giugno 2024