Elenco delle storie
LO SCIOPERO AGRARIO DEL 1901 A MONTECHIARUGOLO
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Periodo StoricoLa modernità: dal 900 al 1940
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Argomento storicoPrimo decennio del ‘900
La popolazione di Montechiarugolo, in crescita per tutto il secondo Ottocento, era soprattutto impiegata nel lavoro dei campi. All'inizio del Novecento contadini, braccianti, mezzadri, affittuari si trovarono al centro di grandi trasformazioni che stavano per cambiare le condizioni economiche e sociali del Comune. Migliorate le vie di comunicazione, il Comune si trovò meno isolato e, dal punto di vista commerciale, inserito tra le provincie di Parma e Reggio Emilia. Il possesso delle terre, precedentemente esclusivo appannaggio dell’aristocrazia terriera, si suddivise in appezzamenti minori, ceduti a rami cadetti o ad affittuari. La fine dei grandi patrimoni nobiliari fece nascere una nuova classe agraria con maggiore spirito imprenditoriale: da qui una maggiore meccanizzazione dell’agricoltura, l'inserimento di nuove colture, la nascita di un’industria legata al settore agro-alimentare. Queste novità dapprima non vennero percepite dalla classe dirigente del Comune, composta soprattutto da notabili che qui avevano i possedimenti, ma che vivevano a Parma e non erano quindi inseriti nella realtà locale. Solo alla fine del secolo le cose sembrarono cambiare, dal momento che entrarono consiglieri di orientamento diverso: socialisti e nuovi agrari di ascendenza borghese. Bisognerà però aspettare fino al 1914 per vedere cambiare sostanzialmente l’indirizzo politico del Comune, quando la nuova riforma elettorale spariglierà le carte. Alla fine dell’800 montava il malumore nelle campagne dove le migliorate condizioni di vita avevano fatto aumentare la popolazione, ma contemporaneamente anche la disoccupazione. Le leghe sindacali cominciarono a fare proseliti diffondendo il desiderio di nuove rivendicazioni. Nacquero leghe bracciantili a Tortiano, a Malcantone (Via Lunga di Basilicagoiano), a Morzola, alla Piazza e a Basilicanova. Il primo circolo di Sinistra, composto soprattutto da studenti anarchici di origine borghese, nacque a Basilicagoiano e si chiamava Germinal, come annunciava il periodico anarchico-comunista Il Nuovo verbo del 10 aprile 1898. Il suo scopo era di fare propaganda tra i contadini per diffondere le idee socialiste. Come lo provano le richieste di tenere riunioni e conferenze e i relativi manifesti “pubblicitari” che si trovano all’archivio comunale di Montechiarugolo, nel 1901 alcuni esponenti di spicco del socialismo e del sindacalismo parmense, come Mario Siliprandi e Ferdinando Laghi, vennero nel Comune a parlare ai contadini che accorsero numerosi. E’ attraverso quest’opera di proselitismo che nacquero le organizzazioni sindacali che, nel giugno del 1901 proclamarono un primo sciopero: la richiesta era di avere 2,20 lire al giorno per la mietitura. La vertenza durò due settimane al termine delle quali 51 padroni su 55 accettarono le tariffe proposte dalle leghe sindacali. Già in agosto, quando a capo della Camera del Lavoro di Parma salì Ferdinando Cornacchia, le leghe bracciantili tentarono una nuova rivendicazione riguardante il rinnovo dei patti colonici per una particolare categoria di salariati, i cosiddetti “famigli da spesa”. Gli agrari non accettarono le richieste preoccupati che un’altra vittoria delle leghe avrebbe potuto far dilagare la protesta. Il 22 agosto 1901 venne proclamato un secondo sciopero; centro operativo fu il podere di Giovanni Zinelli a Basilicagoiano. I tentativi di arbitrato fallirono e in tutto il territorio provinciale venne aperta una sottoscrizione a favore degli scioperanti. Il sindaco, schierato apertamente dalla parte dei proprietari e preoccupato per la piega che stavano prendendo gli eventi, chiese al capitano dei Carabinieri di Parma di avere dei rinforzi, che effettivamente ottenne.
Giovanni Zinelli
Gli agrari infine chiamarono i “crumiri” dal Bergamasco e dal Lodigiano per mandare avanti i lavori nei campi e fu così che lo sciopero finì in una sconfitta clamorosa.
Nacquero dei dissapori all’interno del sindacato: parte della Camera del Lavoro accusò il Cornacchia di avere gestito malamente lo sciopero, arrivando persino all’accusa di aver lucrato sui fondi delle sottoscrizioni. Furono polemiche feroci che portarono alle dimissioni del segretario.
La sconfitta pesò a lungo sul movimento sindacale parmense: le tecniche della controffensiva padronale saranno quelle che gli agrari useranno anche altrove (uso dei crumiri, irrigidimento delle trattative, uso delle istituzioni, delegittimazione dell’avversario politico).
Anche le ripercussioni nel Comune furono pesanti: le condizioni dei famigli da spesa, ma anche degli operai impiegati nei lavori pubblici, si aggravarono; più costante fu la presenza della forza pubblica, chiamata ad intervenire molto più spesso che in passato per sedare le controversie.
Tuttavia già dal 1902 ripresero le conferenze nelle campagne ad opera di esponenti del socialismo e del sindacalismo locale. In particolare è piuttosto singolare ed interessante che a tenere le conferenze fosse una donna, Enrichetta Pasta, insieme a suo marito, Atlante Clerici. Enrichetta tenne relazioni su “L’organizzazione delle donne”, sulle “Nozioni più elementari del socialismo” e sull’”Organizzazione di classe”. Le sue conferenze sempre gremite preoccuparono molto i politici locali. Gli interventi di Enrichetta Clerici, del marito Atlante, ma anche di Ferdinando Laghi e di Medardo Ligabue, ridiedero nuova forza al movimento contadino: da allora sono numerose le testimonianze nell’Archivio Storico Comunale sulle leghe e loro adunanze. Sarà soprattutto a Tortiano, e in misura minore a Basilicagoiano, che ciò fece nascere un vero movimento politico; a Basilicanova e Montechiarugolo invece i circoli socialisti faticarono a svilupparsi.
Nel frattempo vennero a maturazione le innovazioni che avrebbero provocato le grandi trasformazioni in agricoltura, quali la prima meccanizzazione, la diffusione di concimi chimici, una diversa gestione più manageriale dei fondi. Occorreva mano d’opera meno irrequieta: perciò si ridusse al minimo l’impiego di avventizi, utilizzando il più possibile i membri delle famiglie dei mezzadri e dei salariati fissi. Le aziende agricole si organizzarono in un “sistema del circolo chiuso”, attraverso l’uso della manodopera in molteplici attività, nei diversi mesi dell’anno: lavoro nei campi, ma anche nelle segherie, nei caseifici e, un po’ più avanti, nelle fabbriche di trasformazione alimentare. In questo ciclo chiuso venivano impiegati anche bambini e donne, vincolando sempre maggiormente il proletariato alla terra e frenando la formazione di un forte movimento bracciantile.
Enrichetta e Atlante
A seguito dello sciopero del 1901, il sindacato agrario fece pressante richiesta al prefetto di dotare il comune di un distaccamento dei Reali Carabinieri: il prefetto approvò e nel 1902 nella frazione di Montechiarugolo si installò una caserma di Carabinieri. Le forze dell’ordine pattugliarono le campagne per osservare i lavoratori ed essere pronti all’intervento qualora fosse necessario. Nel 1911 nel Comune di Montechiarugolo si contavano 14 leghe maschili con 556 soci e 5 leghe femminili con 129 socie.
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Data creazioneMartedì, 19 Maggio 2020
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Ultima modificaMercoledì, 05 Giugno 2024