Elenco delle storie
NANDO TANZI DI BASILICANOVA
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Periodo StoricoLa Seconda Guerra Mondiale e le memorie
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Argomento storicoLe nostre memorie del 900 da Basilicanova
MEMORIE DI NANDO TANZI Classe 1935 (BASILICANOVA) - Da ragazzo vivevo nei pressi di Felino e i giochi che facevamo da bambini non erano diversi da quelli di questo Comune. Si giocava col furlon, con le teccine, le palline di terracotta e il gerlo che consisteva in un corto bastone di legno con due punte che si poneva su un mattone e con una mazza si batteva su lato e, quando questo si alzava, si doveva ribatterlo verso i compagni di gioco: chi di questi riusciva a prenderlo al volo aveva il diritto di venire alla battuta. Ricordo che nell’immediato dopoguerra, assieme ad alcuni amici, rinvenimmo nel greto del Baganza una gran quantità di moschetti che probabilmente erano stati bruciati con una tanica di benzina. Ne raccogliemmo alcuni che avevano solo qualche bruciacchiatura ed un nostro compagno un poco più grande si preoccupò di ripararli rifacendo qualche parte in legno. Con quei fucili, e con alcune cartucce alle quali toglievamo la pallottola e la sostituivamo con pezzetti di chiodi, siamo andati tante volte a caccia, fortunatamente senza incidenti, né incontri con i carabinieri. La disponibilità di materiale esplosivo portò ad altri giochi un poco più pericolosi, quali l’uso di tritolo per la pesca. Dopo alcuni tentativi sostanzialmente ben riusciti, un eccesso di carica o un posizionamento particolare portò all’esplosione di un gabbione contenente i sassi a protezione del corso d’acqua. Fortunatamente, nonostante il putiferio di sassi volanti, nessuno si fece male, ma capimmo che era ora di smetterla.
Dell’attentato alla casa del Fascio di Basilicanova ( 1945 ???) ho più volte sentito parlare. In breve: due partigiani decisero di far saltare quel simbolo e probabilmente anche chi lo occupava. Uno si preoccupava di osservare il comportamento della sentinella che stava di guardia sul balcone, l’altro vi si portò sotto, in prossimità dell’ingresso e qui estrasse dallo zaino una certa quantità di tritolo. L’esplosione a cielo aperto causò danni non rilevanti alla struttura, ma comunque perì la sentinella e rimasero feriti, più o meno gravemente, alcune camicie nere che si trovavano all’interno.
Durante gli scioperi del 1948, la tensione tra contadini e proprietari fu decisamente elevata. A Basilicanova una mietilega venne fatta saltare con l’esplosivo. Qualcuno giustificò il fatto sostenendo che la macchina riduceva i posti di lavoro per gli operai. Erano anni difficili. Mi ricordo che in quel periodo ero tra quelli che andavano a scrivere con vernice bianca sulle strade parole d’ordine contro gli agrari o i padroni in genere. La cosa in sé non era tanto pericolosa, ma se ti trovavano i carabinieri!
Ricorda del ritrovamento di armi ed esplosivi negli anni Sessanta in via Ghiare ? Sì, se ne è parlato molto. In tempo di guerra ad ovest del cortile della scuola era ubicato un campo sportivo che poi, per costruire nuove abitazioni, venne ricollocato in altra area. Nel ’45 la posizione poteva quindi sembrare ottimale poiché non era prevedibile che, proprio tra scuola e campo sportivo, qualcuno pensasse di andare a scavare. Fu forse per questo, o perché era una posizione facilmente controllabile, che chi fece il buco e vi seppellì armi automatiche, bombe a mano ed esplosivo, riteneva fosse un posto sicuro. Poi chissà! Chi ha occultato le armi forse si è trasferito o forse è deceduto. Quando si decise di sistemare la pavimentazione di fronte al bar ubicato in via Ghiare e prossimo alla scuola, fu trovata tutta quella roba. Certamente gli operai avranno anche provato un bello spavento!
Negli anni Sessanta abitavo a Basilicanova e partecipai alla costruzione della locale Casa del Popolo. Utilizzai delle mattonelle avanzate dalla costruzione della mia casa per rivestire il bagno. L’edificio era ad un solo piano, quindi venne concesso ad un privato di costruire il secondo. Con i passaggi da PCI a PDS, l’edificio venne ceduto a privati.
Negli anni Ottanta decidemmo di costruire la nuova sede del Rugantino e in quel progetto misi molto impegno, sia in attività manuali che organizzative e di responsabilità nella gestione del cantiere. Fui poi presidente del circolo per una decina d’anni.
Ancora negli anni Sessanta, con Amoretti segretario della sezione del PCI di Basilicanova, una persona si presentò alla Casa del Popolo con una bandiera rossa, contenente una scritta “ largo che passa il lavoro”. Disse che quella bandiera era stata custodita da un suo parente nel periodo fascista, nascosta all’interno di un tubo di una stufa che, ovviamente, non veniva utilizzata. Non è dato sapere di preciso la provenienza: forse di tipo politico o, più probabilmente sindacale, vista la scritta. Per alcuni anni l’ho conservata in casa mia, poi l’ho consegnata a Magnani ( sindacalista CGIL). Spero che possa essere esposta nella sede del circolo DS di Montechiarugolo, magari con una nota che dica che per anni l’ho custodita io. Siamo in attesa che venga recuperata per raccoglierne un’ immagine fotografica.
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Data creazioneMercoledì, 03 Giugno 2020
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Ultima modificaGiovedì, 06 Giugno 2024