Tassa sul celibato e premi alle famiglie numerose
Nel 1928 le mire del Duce per una grande Italia portarono alla legge del 1928 che impose “la tassa sui celibi” e il premio alle famiglie numerose. L’Italia doveva crescere e quindi aveva bisogno di molti figli: venivano rilasciati dei riconoscimenti e, con il superamento del dodicesimo figlio, arrivava la medaglia d’argento. La tassazione per il celibe prevedeva una quota fissa, pagabile in due rate, in base all’età e una quota aggiuntiva dipendente dal reddito.
Fascia d’età
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Importo della tassa
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Da 25 anni compiuti ai 35
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35 Lire
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Da 35 anni compiuti ai 50
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50 Lire
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Da 50 anni compiuti ai 65
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25 Lire
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I datori di lavoro dovevano compilare le liste dei celibi impegnati nell’azienda, il relativo stipendio e il calcolo del reddito pro capite. Dalla tassazione erano esentati il clero, gli stranieri, i grandi invalidi di guerra e gli infermi di mente. Al comune pervenivano varie richieste di esenzione, evidentemente di difficile accoglimento come mostra una lettera del Podestà Mutti di Montechiarugolo al Procuratore per le imposte dirette di Parma, nella quale afferma che si dovrebbero contemplare ulteriori casi di inapplicabilità.