VOGLIA DI RIVOLUZIONE - Con il 25 aprile del ‘45 arriva la liberazione e si depongono le armi, ma non tutte. Molti partigiani nascondono migliaia di armi per paura di un ritorno della dittatura, per il sogno di una rivoluzione o semplicemente per qualche vendetta e regolamento di conti. Il PCI di Togliatti era contrario a qualsiasi ipotesi d’insurrezione ma, tutt’altro che nascosta, esisteva una forte componente nel PCI pronta ad ogni evenienza e l’ambasciatore americano Dunn stimava che il PCI disponesse di oltre 50.000 militanti addestrati ed armati con armi leggere. Tra i fatti più eclatanti di questo periodo, ricordiamo l’uccisione di vari militanti della Repubblica di Salò, avvenuta nel carcere di Schio ove erano detenuti e le attività della “Volante rossa “ che operava nell’area di Lambrate. Per quei militanti che si erano macchiati di sangue e venivano scoperti, funzionava un sistema di trasferimento verso Praga.
Per far capire lo spirito che a fine 1945 animava i partigiani, è significativo uno stralcio di un racconto di Miriam Mafai a proposito del I° raduno partigiano che si svolse a Roma con circa centomila partecipanti: