Scopri gli usi
ARREDAMENTO DELL'ABITAZIONE RURALE
ANDARINI E GIRELLI
APPENDIABITI DA ARMADIO
APPENDIABITI DA PARETE
ATTREZZI PER BUCATO, BIGONCI, ASSI, NAVAZZE E MOLLETTE
BATTIPANNI E OIUMINI
BAULI IN LEGNO
CAMINO
CESTINI E BORSE DI VIMINI
COMO'
COMPONENTI PER LUCERNE
CORNICI
CULLE
LANTERNE
LAVABO
LETTI PER ADULTI
LETTI PER BAMBINI
LUCERNE DA TAVOLO
LUMINI ALIMENTATI A OLIO
PORTAFIORI SECCHI
TELEFONI
ARREDAMENTO DELL’ABITAZIONE RURALE - L’arredamento delle case agricole del passato era ridotto all’essenziale.
L’arredo per i bimbi - Un tempo i bambini erano meno fortunati rispetto ad oggi: la fame, le malattie, il freddo e, a volte, l’ignoranza di semplici regole igieniche erano causa di morti premature. Il tasso di mortalità nella fascia d’età da zero a un anno era del 20% e da uno a sette anni il numero totale di bambini deceduti era superiore a quello di tutti gli altri cittadini al di sopra di questa età.
Il bambino, strettamente fasciato dal collo in giù, passava i primi mesi di vita nella culla, semplice struttura in legno che a volte, nelle famiglie più povere, era sostituita da una cassetta.
Superati i primi mesi, i più fortunati erano infilati in un "andarino" dove potevano muovere i primi passi avanti e indietro, lasciando libera la madre di svolgere le proprie attività. Negli anni Cinquanta l’andarino lascia il posto al girello, col quale il bambino poteva girare per tutta la stanza.
Arredo delle cucine di abitazioni contadine - Nei secoli scorsi per cucinare e riscaldare l'ambiente si utilizzava il camino, mentre l’illuminazione era fornita da candele o lucerne. Nella prima metà del Novecento molte famiglie disponevano di una stufa e dell'illuminazione elettrica. Naturalmente erano profondamente diverse la struttura e l’arredo di una casa da contadino rispetto a quella padronale. Per semplicità ci limiteremo alla presentazione degli elementi d’arredo raccolti nel “Museo Montechiarugolo”.
Elemento essenziale dell’arredo di una cucina era il tavolo che poteva avere uno stile estremamente lineare, con i piedi squadrati, oppure più elaborato con i piedi torniti; erano sempre provvisti di uno o due cassetti che generalmente contenevano le posate e altri piccoli strumenti. In alcuni tavoli erano presenti dei fori sui lati più stretti che consentivano di alloggiare delle prolunghe quando c'erano ospiti.
Il "buffè" ospitava piatti, bicchieri e scodelle; spesso aveva un’anta a vetri dietro alla quale stava il servizio buono da usarsi solo nelle feste.
La madia conteneva la farina, la paletta e "il tavlot" che servivano per fare la sfoglia (la foièda) e il pane che si impastava poi con la "gramla". Nella collezione sono presenti due forme di madia: una essenziale a forma di tavolo, l’altra più grande con il vano inferiore che può contenere stoviglie e altro.
Le sedie erano in genere impagliate. Nella prima parte del Novecento si sono diffuse sedie più eleganti ispirate allo stile liberty. La presenza di un anziano (al nonòn) comportava spesso la disponibilità di un seggiolone più o meno sofisticato a seconda delle condizioni economiche della famiglia.
Il camino svolgeva una duplice funzione: riscaldare l'ambiente e cuocere gli alimenti. Successivamente il camino fu sostituto dalla stufa economica.
Il secchiaio – Nel Novecento le cucine si dotarono di un acquaio in pietra o in graniglia di marmo, sopra al quale spuntava un gancio che sosteneva un secchio d'acciaio zincato contenente la scorta d'acqua per gli usi di cucina. Generalmente si trovava in un angolo della cucina o in un ripostiglio attiguo.
L’arredo delle camere da letto - Generalmente la camera conteneva uno o più letti, a due piazze o una e mezzo. Spesso in un letto dormivano più bambini.
Generalmente i letti erano in legno, ma non mancavano modelli metallici con piantoni in ghisa e testate in lamiera smaltata.
Nelle abitazioni popolari il materasso era imbottito con cartocci di granoturco. Successivamente si diffusero dapprima i materassi di crine poi, anche per le classi meno abbienti, arrivarono i materassi di lana. Ogni due o tre anni la lana doveva essere cardata per renderla più morbida ed eliminare la polvere. Anche i cuscini ebbero la loro evoluzione e, per un certo periodo, il meglio era rappresentato dalle piume d’oca.
Altro elemento essenziale era l' armadio a due ante, dotato in genere di una cassettiera nella parte inferiore e di due vani, uno a più ripiani e l’altro munito solo di una bacchetta nella parte alta dove si appendevano gli attaccapanni (omet) .
Generalmente non mancavano uno più bauli (uno dei quali probabilmente era entrato in famiglia con la dote della moglie). Successivamente i bauli furono sostituiti o integrati da un comò, ovvero una cassettiera che nel '900 era completata da una specchiera più o meno ampia.
La stanza da bagno era un privilegio che potevano permettersi solo le famiglie più abbienti. Nelle case contadine il gabinetto era sul retro della stalla, mentre nei centri dei paesi era in comune a più famiglie. Prima di coricarsi si utilizzavano quindi i vasi da notte che per igiene venivano tenuti in un apposito vano del comodino, piccolo mobile posto vicino al letto. Probabilmente il nome "comodino" derivava dal termine “comoda” che era una seggiola sulla quale i ricchi espletavano i loro bisogni.
Appendiabiti – Pur mantenendo invariata la funzione di sostegno degli abiti, ha assunto diverse forme. La più semplice era l’appendiabiti da armadio che, nei modelli più vecchi, era in legno e aveva una forma a T che ricordava la stilizzazione di una persona, da cui il nome dialettale “omet”. Vi erano poi gli appendiabiti a parete generalmente con la base e gli elementi di sostegno in legno o in metallo. Infine gli appendiabiti con piede erano presenti solo nelle abitazioni padronali.
Cornici – Le pareti delle case padronali esibivano dipinti e stampe abbelliti da eleganti cornici con finiture in stucco. Nelle case contadine si trovavano generalmente immagini sacre o foto di parenti scomparsi in semplici cornici in legno.
Telefoni – Nella prima metà del Novecento erano oggetti rari anche nelle case di facoltosi proprietari. Il modello più vecchio della nostra collezione è composto da un mobiletto da parete in legno, sulla cui parte alta si trovano due suonerie elettriche e un microfono. Al centro un disco per comporre il numero e, sul lato, una cornetta dotata di cavo e manico. Un modello costruito in stile anni Trenta è in resina nera, con cornetta mobile, ma dotato di spinetta per l'allaccio ad una presa telefonica moderna.
Un modello in voga per tutta la seconda metà del Novecento è in resina grigia, con la base dotata di un disco per la combinazione del numero telefonico e la cornetta con microfono e ricevitore.
Oggetti da tavolo – Una moda del primo Novecento portava a trasformare i bossoli da cannone d'ottone in vasi da fiore. La trasformazione è stata abbastanza elaborata come si nota nell’oggetto in collezione: è stato lavorato il piede, il bordo superiore e sono state praticate incisioni sulla parte centrale. Molto più semplice è il secondo vaso ricavato da un bossolo della seconda guerra mondiale, praticamente privo di lavorazione.
Una tovaglietta con l’immagine di Alessandro Volta porta la data del 1899.
Il cestino in sottile filo metallico stagnato ha la forma di cuore ed è dotato di due manici; poteva fungere da generico porta oggetti.
Una serie di scatolette in ottone con e senza coperchio potevano contenere piccoli oggetti, ma probabilmente, data la loro eleganza, fungevano da elementi d’arredo.