ATTREZZI PER PRODURRE LA PASTA E IL PANE - Il punto di partenza per pane e pasta era la “madia”, ovvero un mobile con una specie di vasca in legno entro la quale si conservava la farina bianca. La farina si prelevava con una grossa paletta in legno e si depositava poi sul tagliere, punto di partenza per confezionare sia il pane che la pasta. Se la farina non era raffinata o conteneva ancora tracce di crusca la si passava al setaccio fine.
La produzione del pane era un'attività a cadenza settimanale. L’impasto si componeva di farina, acqua e un briciolo di sale, ma il tocco magico era rappresentato dall’ "alvador” (lievito) che consisteva in una pagnotta di pane non cotto della settimana precedente. L’impasto per le famiglie piccole poteva essere lavorato a mano, ma per i nuclei familiari numerosi si utilizzava la “gramola”. L’impasto veniva posato sul pianale, quindi un operatore azionava la leva che lo pressava, un altro lo spostava perché fosse lavorato in modo uniforme. Dall’impasto si tagliavano le pagnotte che, dopo alcune ore di lievitazione, si cuocevano nel forno a legna. Il segreto di una freschezza così prolungata (una settimana) stava nel fatto che le micche piuttosto grosse, nonostante la cottura, mantenevano al loro interno una piccolissima parte di lievito non cotto che, rifermentando, teneva piacevolmente morbido il pane.
La produzione di pasta era un'attività comune e frequente. Si impastava la farina bianca con le uova e l’acqua. L'impasto veniva steso con il matterello, fino ad ottenere uno strato sottilissimo che spesso era molto più grande della tavola. La tipologia più comune di pasta erano le tagliatelle. Si ottenevano arrotolando strisce di sfoglia che, con un coltello molto affilato (la cortlen'a) e una grande manualità, venivano tagliate sottili per il brodo di carne, più larghe per il brodo di verdura. Poco diffuse nelle case private ma certamente presenti nei negozi d’alimentari erano le presse a struttura verticale in ottone, poi in alluminio, con una serie di trafile che consentivano di realizzare vari tipi di pasta.
Per le feste comandate, Natale, Pasqua, la Sagra del paese e per avvenimenti come cresime e matrimoni, si facevano gli anolini. Su una sfoglia sottile si ponevano dei mucchietti di un ripieno a base di parmigiano di qualità, stracotto di carni varie a seconda della ricetta e pan grattato. Sopra si stendeva un secondo strato di sfoglia e, con l’uso di uno stampo in legno o in ottone rotondo, si tagliavano gli anolini facendo pressione sulla pasta.