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IL RISCALDAMENTO NELLE CASE RURALI
IL RISCALDAMENTO - Da secoli i camini hanno fornito il riscaldamento delle stanze ove erano posizionati, ambienti che nelle case di campagna si limitavano alle cucine o ai locali da pranzo. La resa energetica dei vecchi camini non era certo elevata, poiché l’ampio fronte aspirante richiamava l’aria per la combustione, ma nel contempo aspirava dall’ambiente altra aria già calda (che non serviva alla combustione) e la portava all’esterno con i fumi. Naturalmente tanta aria ne usciva, tanta ne doveva entrare di fredda dall’esterno. Pertanto, nelle sere d'inverno, quando si volevano fare due chiacchiere in famiglia o con gli amici, per non sprecare troppa legna si andava "in végia" nella stalla. Ma il camino non aveva solo la funzione di riscaldamento ambientale, era soprattutto l’unica fonte per cuocere i cibi.
Accessori che completavano la funzionalità del camino erano:
- Il soffietto, realizzato in legno e pelle, serviva per l’accensione;
- Una paletta e una pinza per raccogliere cenere e tizzoni;
- Gli alari, che potevano essere in ferro o in cemento, per sostenere pentole e padelle.
- La catena a cui appendere paioli e padelle.
- I paraventi da camino. Nelle case contadine il paravento non era presente perché era costoso ed era inutile in quanto il camino serviva anche d’estate per cucinare; era quindi un elemento d’arredo delle sole case padronali.
La stufa economica – All'inizio del Novecento si diffuse la stufa economica che rivoluzionò la vita in cucina. Già da tempo esistevano altri tipi di stufe, destinate solamente al riscaldamento: la stufa a carbone realizzata in ghisa e la stufa a segatura anch’essa in ghisa. Le famiglie più benestanti disponevano di stufe in terracotta o in ceramica che funzionavano a legna e che avevano vani adatti a mantenere in caldo i cibi.
Accessori per stufe – Nelle abitazioni erano predisposte le canne fumarie in più stanze e, se non erano utilizzate, venivano chiuse con tappi in ottone di diametro adatto al tubo. Le stufe a carbone erano generalmente fornite di un particolare secchio con due manici che facilitava il caricamento della stufa. Gli altri accessori erano gli stessi di quelli del camino.
Scaldaletto - Siccome le camere non erano riscaldate, in inverno si provvedeva a "mettere il fuoco a letto": sotto le coperte si introduceva un telaio in legno, il prete, che ospitava un braciere.
Le braci si disponevano in una specie di padella con il manico, la “padlèta”, poi si ricoprivano con un sottile strato di cenere. I modelli più economici erano in lamiera di ferro, quelli più pretenziosi in alluminio o rame.
Quando sparirono le stufe a legna, sostituite da stufe a gas, e non si poteva disporre delle braci, si diffusero i "preti" in cui la funzione del braciere era sostituita da una resistenza elettrica. In alternativa al prete elettrico si usava una " boule" in alluminio o in gomma che veniva riempita di acqua bollente.
I termosifoni - Intorno agli anni Sessanta, nelle nostre campagne, fecero la loro comparsa i termosifoni. Certamente esistevano da anni, infatti ne troviamo la pubblicità già negli anni Venti.
Questi primi impianti avevano caldaie a carbone o a nafta e costituivano un notevolissimo progresso perché per la prima volta si scaldavano anche le camere e i nascenti servizi igienici. Ma i fumi di queste caldaie ( fortunatamente eliminate) creavano un inquinamento tale che balconi e davanzali si annerivano in pochissimi giorni. Nei servizi igienici degli alloggi in cui mancava ancora la rete del gas o la caldaia dei termosifoni, l’acqua calda era fornita dai boiler a legna, sostituiti poi da altri elettrici o a gas.
I ventilatori – I primi ventilatori arrivarono con la diffusione dell’energia elettrica. Uno dei modelli in collezione era alimentato a 105Volt, l’altro a 160Volt e 42 Hz. Dai dati dei ventilatori si evince che nel 1940 le reti elettriche non erano certamente standardizzate.